giovedì 3 dicembre 2015

Quando i quadri vengono utilizzati come libri di testo: l’esperienza della Fondazione Napoli 99

La Fondazione Napoli 99, da sempre impegnata a portare l’arte ai cittadini, organizzando sempre nuove iniziative, fra le quali non possiamo non citare il famoso concorso nazionale “Adotta un monumento", si è cimentata di recente nel tentativo di accompagnare il patrimonio artistico, nella fattispecie quello pittorico, direttamente dentro le aule scolastiche. 

Il tutto è partito come una idea un po’ folle, ma il riscontro è stato notevole.

 





La Madonna di Costantinopoli, conservata a Capodimonte e realizzata da Mattia Preti nel 1957, è stata portata per una mattinata intera in una scuola di Napoli.

Il costo del trasporto, a carico dello Stato, vede anche l’intervento delle sponsorizzazioni. Infatti, è stata scelta una scuola che ha partecipato al concorso “Adotta un monumento” e simbolicamente, si sono così  ringraziate tutte le scuole che hanno preso parte alla salvaguardia del patrimonio storico e artistico della città di Napoli.

L’esperimento napoletano può essere certamente replicato, in particolare con opere che si trovano già all’interno di allestimenti museali e che quindi hanno già avuto modo di abbandonare, per varie ragioni, il loro contesto originario.

Le opere d’arte dentro le classi, svelano molto di se stesse, proprio come fanno i libri. Svestono la loro corazza puramente estetica, per farsi carico di un compito: quello di raccontare qualcosa, una storia forse, o anche solo un pezzo di vita vera.



Ancora di più. Questo tipo di iniziative, può dare avvio a un discorso serio di rialfabetizzazione figurativa per le nuove generazioni. Ci sono tantissime opere artistiche da studiare, non solo da ammirare. Perché non farne, allora, vero e proprio oggetto di studio nelle classi?

Come non citare, infine, la nostra Costituzione Italiana, secondo la quale il patrimonio culturale italiano appartiene al popolo.  Per questo l’esperimento napoletano non prevede solo uno spostamento “fisico” di opere d’arte, ma anche un cambiamento di rotta, che possa condurre le nuove generazioni, verso un utilizzo più ricco dell’arte, ma soprattutto più consapevole.

Maria Serena Cavalieri

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